Modigliana – un comune nel Forlivese ma storicamente legato all’areale faentino – è un vero e proprio unicum nel panorama vitivinicolo romagnolo.
Qui, le argille lasciano rapidamente spazio alle marne arenacee, i boschi dialogano con i vigneti e l’altitudine trasforma il clima: più freddo, spesso sferzato dal vento, ideale per creare Sangiovese fragranti e minerali. Le vigne, meno estese e su appezzamenti più piccoli e pendenti rispetto ad altre sottozone, beneficiano di escursioni termiche significative che si traducono in vini di grande carattere.
La sottozona si articola in tre valli, create dai torrenti che convergono nel Marzeno.
La valle dell'Acerreta, al confine con Brisighella, ha terreni che combinano marne ed arenarie, spesso di colore giallo. Le altitudini, che arrivano a 350 – 400m slm nella zona di Casale, e l’apertura verso la pianura permettono la positiva influenza delle brezze marine, soprattutto durante l’estate. Qui, il Sangiovese unisce spessore tannico e dinamismo, in rapporto ad un’ottima acidità a garanzia di lunga longevità.
La valle del Tramazzo – la più centrale e la più coltivata di Modigliana – è ampia e ventilata, con suoli marnoso-arenacei più fertili e profondi che favoriscono vini eleganti e freschi, dove il frutto è predominante.
La più estrema è la valle dell’Ibòla: i suoli sono magri, quasi puramente arenacei, e i boschi sono più densi. I vigneti, qui, possono raggiungere e superare i 500 metri di altitudine; la valle è alta e chiusa, il che si traduce in primavere rigide ma autunni più protetti. Quasi tutti i terreni vitati sono esposti a sud, evitando l’effetto della ventilazione marina. Il Sangiovese qui assume un carattere tipico delle zone fredde, con un profilo aromatico molto personale di spezie e di erbe e un impianto sapido e tannico di buona finezza e notevole temperamento – ottimi per l’invecchiamento.
La Rocca
Se visitate Modigliana, non perdetevi la suggestiva Rocca di Modigliana: sorta su un edificio altomedievale, la costruzione risale all'epoca in cui i Conti Guidi dominavano la zona nei secoli XII e XIII. Oggi in ruderi, la Rocca è particolarmente ben conservata sul lato est, visibile dalla strada che conduce a Dovadola attraverso il monte Trebbio. Questo lato presenta una struttura antica a forma di parallelepipedo, probabilmente il nucleo originario della Rocca, mentre il lato ovest offre uno spettacolare spaccato del colossale torrione, formato da quattro vani a cupola.