Tutte le sfumature del Romagna Sangiovese DOC | Consorzio Vini di Romagna
luglio 2021 | Vino

Tutte le sfumature del Romagna Sangiovese DOC

Possono oltre 7.000 ettari coltivati a sangiovese essere tutti uguali? La risposta è: «naturalmente no». Scopriamo le 12 sottozone del vino a denominazione più celebre della Romagna.

Tutte le sfumature del Romagna Sangiovese DOC | Consorzio Vini di Romagna

Anche se è perdurato, e continua purtroppo a perdurare il pregiudizio che il sangiovese di Romagna sia, se non uguale, molto simile a sé stesso in più o meno tutte le zone dove viene coltivato, le cose non stanno ovviamente così: da che vigna è vigna, il territorio è il principale responsabile del carattere del vino, ergo diverse conformazioni territoriali daranno vita a vini molto diversi tra loro. Il luogo comune che faceva di tutti i Romagna Sangiovese DOC un fascio è stato definitivamente sfatato nel 2011, quando il nuovo disciplinare ha finalmente (e ufficialmente) riconosciuto le 12 sottozone del Romagna Sangiovese Doc. È questa la più importante testimonianza delle marcate diversità pedoclimatiche che coesistono all’interno del vasto territorio incluso nella denominazione. Differenze che esistevano ben prima del disciplinare, ma che da allora sono diventate menzioni legalmente indicabili in etichetta.

Sottolineare le differenze

Individuare le 12 diverse sottozone è stato un risultato importantissimo anche a livello commerciale. L’intera comunicazione del Sangiovese è cambiata, dando al consumatore una nuova consapevolezza, quella di poter scegliere e valorizzare le caratteristiche di ciascuna sottozona, degustando una diversità basata su fattori di tipo analitico. È bene precisare però, che le suddette sottozone non costituiscono una scala di valore, ma una classificazione orizzontale, esprimono cioè una differenza oggettiva, non una predilezione, e aiutano il consumatore ad orientarsi e a capire le diverse e stupefacenti sfumature della denominazione più importante della Romagna.

Un impegno verso la qualità

L’utilizzo della menzione non è obbligatorio per i produttori. Ma, nel momento in cui si sceglie di aggiungerla in etichetta, il disciplinare ha previsto restrizioni più severe nella coltivazione e nella vinificazione. L’indicazione della sottozona comporta una più alta percentuale di sangiovese all’interno del vino finale, che passa dall’85 a 95% del totale (resta un 5% di uvaggio possibile con vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna). Anche le rese per ettaro diminuiscono da 120 a 90 quintali, segno che il disciplinare predilige la qualità rispetto alla quantità. Infine, le menzioni devono essere vinificate e imbottigliate soltanto nella zona di provenienza delle uve o in una limitrofa, segno della volontà del legislatore di connettere in modo ancora più univoco il Romagna Sangiovese DOC alle sue vigne e alla sottozona di origine.

Le sottozone del Sangiovese, una a una

Come accennato, le sottozone sono attualmente 12, con 4, e cioè Imola, Coriano, Verucchio e San Clemente, che sono in fase di riconoscimento e approvazione finale. Il futuro passaggio da 12 a 16 sottozone farà sì che la loro estensione copra tutta la porzione romagnola della Via Emilia, un territorio che da Castelbolognese arriva fino a Rimini, alle porte dell’Adriatico. Sono tutte zone collinari, storicamente le più vocate alla produzione vitivinicola. Al momento, i comuni non compresi nelle sottozone, possono produrre Romagna Sangiovese Doc senza indicare in etichetta alcuna menzione particolare.

Per un’analisi dettagliata delle sottozone rimandiamo alla sezione del nostro sito , ma qui possiamo accennare a qualche differenza.

Partendo da ovest verso est si incontrano Serra e Brisighella, caratterizzate da un microclima continentale, altezze non superiori ai 250 metri e suoli argilloso-calcarei che donano vini dalle sfumature di fiori e frutta fresca e caratterizzati da buona struttura.

Marzeno si sviluppa invece lungo la valle dell’omonimo torrente. Assieme a Modigliana è un territorio assai aspro, con suoli intercalati da argille azzurre plio-pleistoceniche che raggiungono anche i 500 metri. Sono zone dove i terreni imprimono forza e struttura ai vini qui prodotti.

Le sottozoneOriolo e Castrocaro-Terra del Sole sono caratterizzate dalla presenza di sabbie gialle che spesso affiorano tra terreni argillosi o limoso-argillosi. A seconda dell’esposizione e della prevalenza di sabbia o argilla è possibile ottenere vini di grande struttura che acquisiscono la giusta morbidezza solo dopo un certo affinamento, oppure vini fruttati e floreali più pronti e di buon equilibrio.

Predappio e Cesena sono due sottozone storiche. Il Romagna Sangiovese DOC di questi territori ha sempre goduto di una nomea importante tramandata dalla tradizione. I vini qui prodotti hanno tannini duri e austeri (verso Predappio), mentre quelli di Cesena eccellono in struttura ed eleganza. Compresa tra queste due menzioni c’è Bertinoro, che rappresenta un caso a parte. Tradizionalmente fu territorio di Albana, ma oggi ha scoperto una nuova vocazione improntata a Romagna Sangiovese DOC di struttura importante, che necessitano di lunghi tempi di affinamento.

Le sottozone di Meldola, San Vicinio e Longiano, infine, sono quelle più orientali dell’intero territorio. Tra le più vocate c’è certamente Longiano, lungo la valle del Rubicone. Qui i Romagna Sangiovese DOC sono equilibrati, con un buon rapporto tra alcolicità e acidità e una tonicità piuttosto dolce. A Meldola si ottengono vini asciutti, adatti all’invecchiamento mentre a San Vicino, la sottozona più estesa eppure meno vitata della denominazione, il particolare mix di sabbie, argille e ghiaia (a cui si aggiunge la vicinanza dell’Appennino) dona incisività tannica e buona spalla acida.