Sangiovese, una storia millenaria | Consorzio Vini di Romagna
novembre 2023 | Vino

Sangiovese, una storia millenaria

Uno dei tesori enologici dell'Italia, inchiostro con cui sono stati scritti alcuni tra i capitoli fondanti della storia vitivinicola del nostro Paese, il Sangiovese ha radici che affondano nel passato..

Sangiovese, una storia millenaria | Consorzio Vini di Romagna

Storicamente vinificato in purezza in Romagna, da uvaggi in Toscana, il Sangiovese è un vitigno versatile, che si adatta con buona flessibilità a diversi stili di coltivazione, tipologie di potatura e variazioni climatiche e di suolo; la sua lunga storia di successo si lega soprattutto alla sua affascinante capacità di esprimere con peculiari caratteri i vari terroir in cui è coltivato.

LE ORIGINI

Le origini del Sangiovese si perdono nel tempo, con testimonianze che risalgono già al XVI secolo, con l’interessante ipotesi di traslazione da parte delle truppe medicee di un incrocio di vitigni meridionali – la genetica di questa varietà conduce lì – dalla Lucania verso nord, dove l’uva e il vino erano già conosciuti e apprezzati dai tempi degli Etruschi, oltre duemila anni fa (lo confermano ritrovamenti in tombe etrusche della Valconca nel riminese di resti di vitis silvestris, il selvatico antesignano della vitis vinifera).

Se la provenienza geografica resta dibattuta, risulta credibile e affascinante la probabilità che la coltivazione del vitigno sia andata attestandosi a cavallo del crinale appenninico tosco-romagnolo ad opera dei monasteri benedettini vallombrosani – ben 4 tra Marradi, Palazzuolo e Firenzuola – laddove la clausura ha sicuramente motivato all’allevamento della vite per rendersi autonomi nel sopperire al vino da Messa e alla dose giornaliera del monaco (!) stabilita in dettaglio dal padre fondatore San Benedetto nella sua Regola. Qui il Sangiovese ha mostrato la capacità di prosperare, con le giuste cure, anche nei magri terreni montani.

IL NOME

Il nome di questo vitigno è oggetto di numerose congetture: alcune ipotesi suggeriscono un'origine legata al culto di Dionisio nell'antica Grecia, altre lo associano a "sangiovannese", indicando con ciò l’origine presunta dalle parti di San Giovanni Valdarno, altre ancora lo collegano a forme dialettali, in particolare al nome "sangiovannina", utilizzato per descrivere una varietà precoce, che maturava in corrispondenza con la festa di San Giovanni Battista a fine giugno… ma il Sangiovese è vitigno termofilo, che richiede il raggiungimento di tanti gradi-giorno per giungere a maturità, non deve trattarsi dello stesso vitigno se nel ‘600 lo si raccoglieva a fine giugno e oggi - nel quadro di un riscaldamento globale senza precedenti - matura tra settembre e ottobre.

Un'intrigante ipotesi affonda le sue radici nel cuore della Romagna, nel pittoresco borgo di Santarcangelo. Qui, sul Monte Giove, un tempo dominava un convento di monaci circondato da rigogliosi vigneti. La storia racconta che il borgo, celebre per le sue gallerie sotterranee scavate tra il VI e il XV secolo, utilizzasse la rete di cunicoli per la conservazione di vino e provviste; il sistema divenne così diffuso e conosciuto durante il Medioevo da far ribattezzare il vino locale come “sangue di Giove", proprio per la sua provenienza dai capillari scavi che gli abitanti chiamavano “le vene del Monte Giove”. Ma anche in questo caso, le prove storiche dell’esistenza del vitigno e del vino e i primi richiami al nome Sangiovese sono datati a fine XVI secolo e dunque la storia del “sangue di Giove” come origine del nome non ha fondamento, pur rimanendo una simpatica leggenda.

IL SANGIOVESE IN ROMAGNA

Le ricerca condotta con rigore scientifico ha portato a rintracciare le origini del nome “Sangiovese” proprio in Romagna: la regione riveste un ruolo centrale anche nella storia documentata del vitigno. Gli studi promossi nell’ultimo decennio dal Consorzio Vini di Romagna (San­giorgi e Zinzani, 2017) portano a ritenere che il Sangiovese, di origini meridionali, abbia trovato la sua culla nell’Appennino tosco-romagnolo ad opera dei monasteri vallombrosani.

Il vitigno, tra XV e XVI secolo, sarebbe sceso in Romagna as­sumendo il nome di Sangiovese e in Toscana con il nome di Sangioveto, due termini che fanno ri­ferimento ai gioghi (monti) dell’Appennino. Se si considera, poi, che in Toscana il termine Sangio­vese compare solo a fine ‘800 e dal 1930 è stato sancito di utilizzare solo il nome Sangiovese, si può af­fermare che almeno il nome del vitigno, come lo conosciamo oggi, è romagnolo.

Questo “sangue dei gioghi” però – come detto – arriverebbe da lontano: recenti studi genetici hanno evidenziato la numerosa prole del Sangiovese tra i vitigni meridionali (Calabre­se di Montenuovo, Nerello Mascalese, Gagliop­po, Frappato e altri).

Un antico atto notarile del 1672 ritrovato nell'Archivio di Stato di Faenza (negli ultimi tempi ne è emerso un altro datato 1625!) è tra i primi documenti conosciuti dove si cita il nome Sangiovese: una signora proprietaria del podere Fontanella posto a 400 metri slm in Casola Valsenio, cede in affitto una vigna al parroco di Pagnano, riservando alla propria famiglia tre filari di Sangiovese vicini a casa. Difficile che abbia voluto trattenere per sé la vigna coi grappoli peggiori!

Grazie all’ottenimento della DOC nel 1967 e al grande lavoro di valorizzazione sfociato nell’autorizzazione delle 16 sottozone e nella creazione del marchio collettivo Rocche di Romagna per il rilancio del Sangiovese in purezza come da consolidata tradizione locale, il Sangiovese romagnolo (dal 2011 Romagna Sangiovese DOC) sta attirando sempre più l'attenzione di appassionati e intenditori: le caratteristiche del "Sanzves" richiamano lo spirito delle genti di Romagna, schiette e ruvide, aperte e versatili. Il gioco delle Sottozone si è aperto e promette un affascinante, infinito percorso di degustazione, a carpire quei peculiari caratteri distintivi di ogni terroir che sono una gioia per il palato e per il cuore. 

Il Romagna Sangiovese sta scrivendo una storia di successo, con innumerevoli itinerari della conoscenza e del gusto in luoghi da sogno. Non perdete l’occasione di goderveli!